Da Santa Croce di Magliano a Casalnuovo Monterotaro

12 - Da Santa Croce di Magliano a Casalnuovo Monterotaro

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28 Agosto 2022 - Finalmente una tappa leggera leggera, per buona parte in leggera discesa, che non dovrebbe presentare particolari problemi. Mi alzo comunque presto e faccio colazione nel B&B con le cose che mi ha lasciato Pasquale. Vista la posizione di Santa Croce di Magliano potrei accorciare un po' la tappa ma, vita la giornata breve che mi aspetta decido di tornare un po' indietro per riprendere il tratturo esattamente dove lo avevo lasciato. Anche nella sua prosecuzione mantiene la larghezza di 111 m: la presenza della strada al centro rovina un po' lo spettacolo, ma suggestione c'è ancora tutta. Fortunatamente di fianco alla strada è sempre presente una comoda sterrata usata dai mezzi agricoli.

Arrivo in breve alla badia di Sant'Elena, fondata intorno all'anno 1000 dai longobardi. Apparteneva ad un monastero Benedettino posto lungo il tratturo ed è stata recentemente ristrutturata dopo il terremoto del 2002. Vista l'ora, la trovo chiusa per cui non posso che ammirarne l'esterno e, come tante altre volte, segnarmi che dovrò ripassare da queste parti.

Riprendoa camminare ma, fatti pochi metri, vengo assalito dai cani della vicina masseria. Sono piuttosto aggressivi, ma fortunatamente il loro padrone è già in piedi per andare a lavorare per cui li richiama:

- Non si preoccupi, non fanno nulla, basta stare immobili per un po' e loro la smettono.

Cioé se mi muovo mi sbranano? Non mi ha rassicurato neanche un po'!

Visto che ho tempo mi fermo a parlare. Gli chiedo notizie del tratturo, sottolineando che a volte è tenuto benissimo mentre altre è in uno stato pietoso. Questa volta, mi vengono fornite molte informazioni utili. Pare che una decina di anni fa sia arrivata la proibizione di sfruttare i tratturi per la coltivazione e che i controlli si siano fatti seri. Da allora il tratturo è stato lasciato spesso in stato di abbandono, nessuno lo cura più. Faccio notare che mi sembra assurda la politica adottata per la preservazione del tratturo: da un lato si impedisce ai privati di sfruttarlo, dall'altro non si fa nulla per curarlo. La risposta a questa mia osservazione è interessante. In realtà i privati, dietro pagamento di un corrispettivo, possono sfruttare il tratturo per la raccolta di fieno, sono proibite solo le altre coltivazioni. Pare anche che siano previsti incentivi per rimborsare i contadini degli importi versati. L'unica ragione dello stato di abbandono è allora probabilmente legata agli scarsi introiti che possono derivare da tale gestione: nei tratti in cui i contadini o gli allevatori di bestiame hanno trovato conveniente sfruttare l'opportunità, il tratturo è in perfette condizioni, altrove è un disastro.

Ci salutiamo e come il padrone parte col suo mezzo i cani ricominciano ad abbaiarmi contro: ma non bastava stare fermi? Meglio allontanarsi.

Faccio neanche 400 metri e incrocio un'altra masseria, anche qui cani. Prevedendo la cosa mi sono allontanato dal tratturo e mi sono portato nel mezzo della strada, ma non è servito a niente. Sono quattro, di grossa taglia e sono molto più aggressivi degli altri. Uno è un pastore Abruzzese ed è quello che ringhia. Ma, soprattutto, tutti e quattro non mantengono le distanze e tendono a venirmi addosso. Agito i bastoncini per impedirgli di avvicinarsi, ma come provo a girarmi per allontanarmi tornano di nuovo a farsi sotto. Questa volta sono veramente preoccupato, anche perchè provano ad accerchiarmi, togliendomi così la possibilità di allontanarmi. Sono oramai parecchio lontano dalla masseria quando finalmente decidono di tornare indietro. Sono piuttosto scosso, è una vita che cammino e che ho a che fare con i cani, ma questa volta si è andati decisamente oltre i limiti del tollerabile. Mi chiedo cosa abbiano in testa i proprietari.

Riprendo la lenta discesa. Ogni passaggio nei pressi di una masseria è un tuffo al cuore, ma fortunatamente non succede più nulla, per cui torno a godermi il panorama. Incrocio una fonte, ma non sono in grado di dire se sia di acqua potabile per cui passo oltre. Tra l'altro le mie scorte di acqua sono ancora quasi intatte.

Presto il percorso devia verso destra, in direzione del fiume Fortore. E' questa l'unica incognita della giornata: non so se abbia acqua o se sia in secca. Se avesse acqua il mio itinerario si dovrebbe allungare di molto.

Al termine della discesa passo accanto ai ruderi di quello che doveva essere un mulino. Il silos e i muri perimetrali sono ancora in piedi.

Arrivato al fiume Fortore scopro che non è in secca, ma l'acqua è poca per cui il guado non pone problemi se non quello di doversi bagnare i piedi. Passato il fiume sono ufficialmente in Puglia, la meta è vicina!

Riprendo il tratturo per affrontare l'unica breve salita del giorno, al termine della quale mi attende una svolta destra che mi porterà in Contrada Purgatorio dove ho prenotato l'alloggio per stasera. La svolta a destra segna anche il mio addio al tratturo che invece proseguirebbe dritto. Da quel punto fino a Lucera ci sono circa trentacinque chilometri senza possibilità di alloggio. La distanza è sicuramente percorribile in giornata, ma la cosa brutta è che tutti quei chilometri sono in buona parte asfaltati e per la prima volta mancano sterrate ai lati: la prospettiva di coprire così tanta distanza su asfalto con il caldo dell'estate non mi attira. In alternativa ho deciso di deviare verso i paesini collinari della Daunia e suddividere il tragitto in due comode tappe.

Ad attendermi nel B&B trovo Rosanna. Visto che l'alloggio si trova a quasi 5 chilometri dal paese di Castelnuovo Monterotaro è venuta in mio soccorso e con cortesia infinita mi ha portato quanto necessario per preparare la cena da solo. Anche stasera mi spetta un abbondante piatto di pasta, comincio a chiedermi che sapore abbiano gli altri cibi!

In serata faccio la conoscenza con Diego, il cane zerbino. No, non lo dico in senso dispreggiativo, solo che ha l'abitudine di stare costantemente davanti all'uscio di casa a mo di zerbino. Essendo grandicello copre per intero l'apertura della porta. Se vuoi uscire c'è una tassa da pagare: ti si incollerà addosso fino a quando non rientrerai in casa, per poi riprendere la sua posizione... da zerbino!

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